2006-07

Liceo Classico “E.S.Piccolomini” di Siena

III A

 

 

 

Caro Professore,

tempus fugit e così anche per Lei, come per noi 11 anni fa, è arrivato il momento di varcare per l’ultima volta la soglia del nostro amato Liceo. A dire la verità ci fa un po’ impressione immaginare la scuola senza il Prof. Duccio Fanetti seduto dietro la cattedra, con gli occhiali ben calcati sul naso, intento a leggere qualche passo dal libro di greco.

Chissà quanti studenti ha conosciuto nel corso dei Suoi anni di insegnamento…Chissà quanti volti ha immortalato con la Sua macchina fotografica, i primi giorni di scuola, per imparare ad associarli il prima possibile ai vari nomi e cognomi…

Chissà se si ricorda di noi…Noi di Lei ci ricordiamo sicuramente.

Ci ricordiamo bene del temibilissimo dado a mille facce che Lei lanciava quando per l’interrogazione mancavano i volontari, dei “menini” e dei “piuini” con cui cospargeva il registro a seguito di domande poste a bruciapelo durante la lezione, e delle faccine tristi o sorridenti che disegnava sulla Sua agendina durante le interrogazioni per indicare se la risposta era stata più o meno soddisfacente (a pensarci bene, Professore, Lei è stato l’ignaro precursore delle attuali emoticon). Come dimenticare poi i tremendi test di greco, capaci di creare delle vere e proprie psicosi di massa? Ci torna in mente, ad esempio, quella volta in cui inserì nel compito la cartina muta dell’Agorà di Atene in cui dovevamo scrivere i nomi di tutti gli edifici individuandone l’esatta collocazione.

E le versioni? Si ricorda degli indizi che ci dava un paio di giorni prima del compito, quando ci diceva chi era l’autore del testo e quali erano le costruzioni grammaticali a cui dovevamo prestare attenzione? Ecco, ora Le possiamo dire che a quegli indizi seguiva la spedizione di un gruppetto di volenterosi che passavano anche un intero pomeriggio nella Biblioteca Comunale alla disperata ricerca del passo che sarebbe stato oggetto del compito (dura la vita per noi studenti dei primi Duemila, quando ancora non c’era la mano santa di internet…).

Ci ricordiamo anche delle geniali “filastrocche” che Lei stesso aveva inventato per aiutarci nella lettura in metrica (“Ettore mai ritornava, l’uccisero l’armi d’Achille”, “Ibico vive di musica”…) e di quando, fiero e soddisfatto, ci spiegò che il Suo nome, Duccio Fanetti, corrispondeva ad un adonio.

Ridiamo ancora quando ripensiamo a quella volta in cui sorprese due di noi impegnati in un duello a colpi di penna, e all’espressione sconsolata disegnata sul suo viso mentre diceva: “Stanno facendo una battaglia con le penne…”.

Per non parlare di quella volta in cui, durante la gita a Lisbona, non scese dalla metro insieme a tutto il gruppo, ma rimase a bordo, tutto tranquillo…E noi, che eravamo già sulla banchina, La vedemmo ripartire, impassibile, con la mano aggrappata ad una maniglia, diretto verso una meta a noi sconosciuta…Quando avvertimmo il Prof. Neri, ci rispose “Non vi preoccupate, prima o poi ritornerà”.

Soprattutto, però, quello che ricorderemo di Lei è la passione per la Sua materia, che ha sempre cercato di trasmetterci. Una passione che traspariva in tutte le Sue lezioni, specialmente quelle sull’Iliade; una passione che si poteva chiaramente leggere nei Suoi occhi quando leggeva in metrica con la più sentita immedesimazione, quasi recitando i passi come un attore.

Per noi Lei è stato l’esempio di quello che un professore del Liceo dovrebbe essere: un professore giusto, dedito al suo lavoro, ed animato dal più autentico interesse per la materia che insegna. E per questo ci teniamo a ringraziarLa.

Per riprendere il soprannome che Le avevamo dato nell’ultimo anno di liceo, per noi Lei sarà sempre lo wanax [ϝάναξ], il dominatore, il signore, il re dei re…Il re del Liceo Classico.

 

          

Un forte abbraccio,

 

Maddalena Ceni

per la IIIªA 2006/2007