1997-98

Liceo Classico “E.S.Piccolomini” di Siena

III C

 

“Delinea un ritratto del prof. Duccio Fanetti”. Un invito inusuale – raramente vengo contattata da ex compagni di scuola - per un compito decisamente non facile. Come dare forma in poche righe ad un ritratto fedele del mio professore di Greco del liceo?

Le prime immagini che affiorano alla memoria sono la grande borsa verde carica di libri, il passo svelto di chi non vuole perdere nemmeno un minuto per fare lezione e le rigorose griglie di valutazione destinate ad accogliere i “piuini” ed i temutissimi “menini”.

Nel flusso dei ricordi emerge l’immagine di un insegnante appassionato della propria materia che, dietro ai continui richiami alla necessità di portare a termine il programma, celava solo il desiderio di parlare di ciò che più amava, la Letteratura greca.

Oggi che sono a mia volta insegnante posso dire che il prof. Fanetti è stato questo per me: una finestra aperta sulla Letteratura greca e sui grandi temi esistenziali che da sempre, allora come ora, affascinano l’uomo. Anche a lui va il merito di avere acceso in me l’amore per l’arte, l’unica attività umana che rende, insieme all’insegnamento, davvero immortali.

 

Elisabetta Neri

 

 

 

 

Sicuramente gli anni del Liceo sono belli, spensierati, indimenticabili nel bene e nel male.

Si ha sempre fretta di crescere, ma, anni dopo, voltandosi indietro, si rimpiange sempre quel periodo fantastico.

Di quei momenti, sempre vivo e lucido è il ricordo del Prof. Fanetti che, al tempo, insegnava Greco e Latino nella sezione C; alla mia classe insegnava solo Greco.

 Col passare degli anni si perdono molte sfumature e ricordi, ma alcuni ricordi del Prof. Fanetti sono in me perfettamente nitidi.

Mi ricordo ad esempio di quando entrava in classe con i compiti di greco già corretti, sfregandosi le mani e dicendo: “Buongiorno, ho riportato i compitini di Greco… sono andati malissimo ihih!”

E allora iniziava il lento stillicidio della consegna dei compiti, rigorosamente dal voto più alto a quello più basso. Un religioso silenzio calava sulla classe, in special modo quando i voti annunciati erano sotto il 6… anche se, talvolta, con versioni del fantomatico e temibile Anonimo del Sublime o di Platone potevamo dirci soddisfatti di un 5- -.

Quando, invece, i voti scendevano sotto il 3 si vedevano le smorfie, i visi cerei, gli sguardi persi, uniti al chiacchiericcio soddisfatto dei compagni che avevano preso buoni voti.

Ma il prof talvolta ci sorprendeva con qualche scherzetto. Per esempio una volta all’ennesima consegna dei compiti in ordine decrescente di voto… dopo aver consegnato quasi tutti i compiti in area di sufficienza, continuava nell’elenco… 5 e mezzo… 5 … 5--, 4 e mezzo, 4, 4--, 3 e mezzo, 3 … ma il mio nome ancora non l’aveva pronunciato… e lì i tempi si dilatavano… Pensavo: “Eppure pensavo di aver fatto un gran compito, o come ho fatto a sbagliare tutta la versione; e ora a casa che dico, come minimo mi tocca saltare 1 mese di allenamenti di atletica leggera…!”. Poi, per ultimo, viene proferito il mio nome. La voce ieratica del prof si eleva nella classe, rafforzata dallo sguardo artificiosamente severo “Ed infine il compitino del nostro caro Melani che purtroppo ha preso…8 e mezzo ihih! Piaciuto lo scherzetto Melani?”.

 Oppure, quando noi studenti saltavamo un compito di greco, era tipico che lo recuperassimo entro il termine del quadrimestre. Lo facevamo, generalmente, isolati in fondo alla classe (da soli oppure al massimo in 2 o 3 lontanissimi, impossibile copiare). Ci disponevamo, pronti al supplizio; il prof generalmente diceva: ”Melani ti fai sempre il compito di recupero per tutte queste gare di atletica; comunque stavolta sono stato cattivissimo, la versione è impossibile!” … Poi, invece, giravo il foglietto della versione e mi accorgevo che era un tranquillo Senofonte…

 Ma il mistero più grande del Prof Fanetti è sempre stato il famigerato fogliettino riportante una tabella tutta scritta a mano relativa ai nostri risultati all’orale di greco. Ogni studente veniva valutato nella metrica, nella lirica corale (traduzione rigorosamente a memoria), Iliade o Odissea, grammatica, questione omerica, inquadramento storico, antologia greca, letteratura greca, storia greca e usi e costumi)…

Mi sono sempre chiesto cosa mai ci scrivesse il prof in quella tabella… così una volta mentre aveva lasciato il foglio incustodito, incredibile a dirsi, mi precipitai a sbirciare mentre qualcuno faceva da palo. Ammetto che non ci capii nulla: non c’erano i voti, ma tanti simboli sconosciuti, unitamente a qualche + o - … sarei curioso un giorno di conoscerne il significato… tanto ormai dal diploma sono passati 20 anni!

Inoltre, il prof era immancabile all’annuale commedia del Liceone, ove era spesso oggetto di battute ironiche. Non l’ho mai visto irritarsi per questo, anzi si divertiva, applaudiva e rideva di gusto.

 Per concludere, ho un bel ricordo del prof Fanetti, così come ho un bellissimo ricordo dei miei 5 anni di Liceone. Quando, con la mia attuale compagna, rammento i tempi del liceo, elenco i paradigmi dei verbi irregolari, gli aoristi terzi, i futuri attici ecc. lei mi guarda sbigottita e mi domanda come faccia a ricordarmi tutte queste cose dopo 20 anni; poi si auto risponde e dice:” Magari sei un po’ autistico Melani!”.

La mia ferma risposta è sempre la stessa:” Ma che ne sai te che hai fatto il liceo ad Arezzo, non vi hanno insegnato nulla!”. Lei asseconda come si fa ai matti, ma in realtà capisce che l’aria e la cultura che si respirava e, penso, si respiri ancora al nostro Liceone è superiore.

Unico appunto al prof… magari se avesse battuto qualche cazzotto sul tavolino, quando era membro interno all’esame di maturità del 1998, sarebbe stato meglio ed una classe direi ottima non avrebbe preso dei voti ridicoli… ma l’abbiamo sempre saputo che il prof è un buono e per quell’esame c’ha sformato a sua volta.

 Tanti saluti e tanti auguri per la sua pensione,

 

Marco Melani