2015-16 Liceo Classico “E.S.Piccolomini” di Siena V A
Del professor Fanetti mi ricordo la paura che mi incuteva all’inizio, per tutte le voci che su di lui giravano, ovvero che era un professore molto duro ed esigente nei confronti dei propri alunni. Quando l’ho conosciuto, però, ho trovato modo di scoprire un professore bravissimo, preparato su qualsiasi argomento e giusto nel giudizio con i suoi allievi. Assistere alle sue lezioni è stato come tuffarsi in un “mare” di antico che diventava reale e vicino a noi. Non mi scorderò mai quella volta in cui mi fece lo scherzo del “pesce d’aprile” chiedendomi un argomento fuori dal programma (Cecilio Stazio). Devo ammettere che è anche grazie a lui se adesso intraprendo all’università lo studio delle Lettere Classiche, perché lui è uno dei pochissimi professori che riesca veramente a far amare il mondo antico, nonostante le difficoltà legate allo studio. Eugenia Oporti
Da
nipote del professor Fanetti posso dire che inizialmente la notizia
di avere il proprio zio come insegnante non l’ho presa troppo bene.
Per un’adolescente
in preda al desiderio di indipendenza e libertà e senza una
particolare dedizione allo studio, è stato un colpo discretamente
basso. Ginevra Zalaffi
Finito il ginnasio molti pensieri si accavallavano nella mia mente alla sola idea che la mia classe avrebbe avuto niente di meno che il professor Fanetti, uno degli insegnanti più temuti della scuola! Sarei stata all'altezza della situazione? Su di lui giravano tante "leggende" e non sapevo cosa aspettarmi. Ma, poco a poco, ho avuto modo di conoscere un insegnante che si è rivelato equilibrato e sempre giusto con tutti i suoi alunni e, cosa da non trascurare, dotato di gentilezza e senso dell'umorismo. Il terrore che incutevano le sue prove (soprattutto i suoi test) era dovuto al fatto che lui non si accontentasse di uno studio approssimativo ma esigesse un'attenzione quasi maniacale ai dettagli. Erano particolari che agli occhi di molti potevano apparire irrilevanti, ma che permettevano di esaminare nel profondo quello che trattavamo a lezione. Non credo si divertisse a incutere terrore ma voleva semplicemente trasmettere il suo interesse per l'affascinante mondo dei latini e dei greci. Il suo scopo era quello di lasciare ai ragazzi un bagaglio culturale inestinguibile e, indirettamente, dei preziosi insegnamenti di vita su cui poter contare in ogni momento. In questo modo avrebbe lasciato un ricordo indelebile nel cuore di ognuno. E, se devo dire la mia, penso proprio che ci sia riuscito perché tutti, a distanza di anni, ne parlano ancora con un pizzico di nostalgia. Gaia Lamanna
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