2016-17

Liceo Classico “E.S.Piccolomini” di Siena

V A

 

Quando ho iniziato a pensare cosa scriverLe, Professore, ho riflettuto su cosa abbiano significato quei tre anni di greco con Lei. 

E mi sono resa conto che la cosa più importante che mi abbia insegnato non sono state le “Baccanti” di Euripide o l’“Aristofaneo”, non è stato leggere in metrica o tradurre Isocrate. 

Lei mi ha insegnato che la fatica e l’impegno sono necessari per perseguire un sogno, per realizzarsi. 

Non le nego che i suoi test spesso mi hanno messa a dura prova e sconfortata, tanto da non riuscire ad apprezzarLa talvolta, ma con il senno di poi capisco l’importanza di stare ore sui libri, il valore della costanza e della determinazione, per riuscire ad arrivare ad un obiettivo. 

Ma prima di tutto, Professore, mi ha insegnato cosa voglia dire amare davvero ciò che si fa, amare il proprio campo di studi totalmente e dedicarvisi con tutti noi stessi. 

Se un giorno amassi il mio lavoro tanto quanto Lei ama il greco, in maniera così sincera e vera come ci mostrava tutti i giorni, allora potrei dirmi una donna davvero fortunata.

 

Greta Spreafico

 

 

 

 

Lettera al Liceo

 

Oggi ti ho pensato tanto. Oggi ho ripercorso ogni tappa del nostro dolce amaro viaggio. Mi hai stravolta dal primo momento, come un treno che corre a trecento chilometri orari e passa una sola volta nella vita; e sono salita: stazione di prato Sant'Agostino, binario numero due. C'erano almeno duecento facce nuove e non so dire come ma riuscii a trovare la mia carrozza, fila quarta lettera A, secondo corridoio a sinistra. Le ore sembravano non passare, guardavo fissa fuori dal finestrino per ingannare il tempo e contemplare meravigliata il paesaggio della mia bella Siena, che tra le nebbie mattutine aveva un fascino inebriante. "Buongiorno". Una voce adulta mi richiamò all'attenzione, diceva di essere un professore di lettere classiche, mi chiese di sedersi accanto a me. Lo feci accomodare. Parlava di un viaggio intorno al Mondo antico da dove si esce forti di mente e saldi nel cuore. Parlava di strani greci e latini, "la culla della civiltà occidentale", diceva. Parlava di bellezza, di arte, di filosofia, sapeva di vita, sapeva la vita; e lo faceva con spirito critico, con un'ampia apertura mentale, con una spiccata sensibilità estetica. Parlava di certi strumenti in più per capire il presente, di imparare dagli errori del passato. Di una conoscenza che va intesa non solo come conoscenza di epoche storiche, ma anche come la consapevolezza che le parole stesse hanno una loro storia, fatta di significati sedimentatisi nei secoli. Parlava di uno studio disinteressato, perché l'interesse sta nel solo sviluppo interiore della propria personalità, nel conoscere se stessi in modo consapevole. Parlava così tanto che a volte mi affascinava ma molte altre mi annoiava. Ogni tanto se ne accorgeva e cercava di richiamarmi a sé offrendomi qualche bicchiere di vino, chiedendomi di ballare o intervallando le sue lezioni con una recita divertente ed evasiva, la "commedia". E intanto il tempo passava e io ascoltavo, qualche volta intervenivo anche con un tono di disappunto, altre ancora provavo addirittura a cambiare posto, a trovarmi un'altra carrozza meno chiassosa e più leggera. Ma puntualmente quando provavo a voltarti le spalle - mia Euridice - non riuscivo ad andarmene da te che mi tenevi stretta con i tuoi discorsi belli, con le tue parole altisonanti. Quelle di oggi sono state le ultime di una lunga serie durata cinque anni, mi hai detto che sono arrivata a destinazione, che siamo giunti nel giorno dell'addio e che dove finisci tu inizia il mio futuro. Ma poiché odio gli addii ti ho risposto banalmente che lo considero piuttosto un "arrivederci", che tornerò con la mia mente a trovarti, e col cuore ad abbracciarti. Grazie per avermi cresciuta, coccolata, protetta, iniziata ad una vita più consapevole. "Il vero viaggio inizia dopo la maturità".

Nel ricordarLa, ho pensato di dedicarLe questa mia "Lettera al Liceo", perché descrive al meglio i miei anni liceali e perché quel professore di cui parlo è ispirato proprio a Lei...

Con tanto affetto

 

Valentina Rullo