1994-95

Liceo Classico “E.S.Piccolomini” di Siena

III C

 

Se avessi pensato di scrivere qualche cosa sul Prof. Fanetti subito dopo la maturità, forse le uniche parole che mi sarebbero venute in mente sarebbero state: “meno male che è finita”!

Ancora oggi, 22 anni dopo, nessuno di noi ha dimenticato il suo “mitico dado” con il quale tirava a sorte il malcapitato che sarebbe stato interrogato; che dire, inutile nascondersi dietro le spalle del compagno, il dado ti trovava sempre!

Pensandoci bene però anche sopportare noi non deve essere stato facile. Mi ricordo che una volta si ruppe la maniglia della porta della classe ed il Prof. Fanetti, intenzionato ad interrogare nell’ora dopo l’intervallo, si raccomandò vivamente di stare attenti che la porta non si chiudesse perché altrimenti sarebbe rimasta bloccata….inutile dire che proprio durante l’intervallo prese a tutti una improvvisa botta di menopausa precoce con conseguenti caldane e nonostante fossimo in pieno inverno sentimmo la necessità di spalancare tutte le finestre. Quindi non fu ovviamente colpa nostra se la corrente che si venne a creare fece chiudere la porta, proprio nel momento in cui tutti eravamo fuori dalla classe e tutti gli zaini invece erano rimasti dentro insieme ai libri, al registro di classe ed al malefico dadino.

 Oggi ho un figlio di 16 anni che frequenta la terza superiore; spesso e volentieri si lamenta perché secondo lui ha tanto da studiare e a me vien da ridere, soprattutto quando mi rendo conto che il “tanto da studiare” magari non sono altro che 5 pagine di storia. Io conservo ancora il libro del XXIII canto dell’Iliade in greco. Ricordo che per l’interrogazione il Prof. Fanetti apriva una pagina a caso e leggeva un verso e noi dovevamo sapere in che punto del canto eravamo, la traduzione e la spiegazione dei diversi critici. Ho buttato talmente tanto sudore su quel libro che alla fine non ce l’ho fatta a liberarmene come ho fatto con altri testi, perché ogni appunto segnato su quelle pagine è per me un ricordo di un passato che è stato duro ma che mi ha aiutato a crescere e mi ha insegnato ad affrontare i problemi rimboccandomi le maniche, non lamentandomi e basta.

Oggi di latino e greco non mi ricordo assolutamente niente ma ricordo ancora con piacere una persona che mi ha insegnato a studiare, ricordo che dopo aver superato le sue interrogazioni sono andata all’Università ed ho affrontato gli esami senza tanta fatica perché la mia mente era allenata allo studio e ricordo un professore che ha saputo farsi sempre rispettare come tale. Forse non è mai stato il classico professore/amico che va tanto di moda ai giorni nostri, ma se penso alle superiori sono solo 2 i professori che ancora ricordo, il Prof. Fanetti ed il Prof. Caro, forse perché sebbene in modo molto diverso tra loro, sono stati gli unici che hanno lasciato un segno nella mia vita.

E se 22 anni fa pensai “meno male che è finita” oggi posso solo dire “meno male che ci si siete stati”.

 

Linda Perrone