1999-2000

Liceo Classico “E.S.Piccolomini” di Siena

III A

 

Una mattina come tante in seconda A 1998/1999

 

Priscilla e io ci troviamo come al solito a San Girolamo, facciamo la strada insieme fino al Liceo, ci facciamo coraggio l’un l’altra per affrontare l’ennesima giornata campale: oggi test di latino e interrogazione a tappeto di greco, tutto nelle ore centrali della giornata, con il professor Fanetti.

 Io e Priscilla abbiamo fatto serata a casa sua ieri, cercando di trascrivere traduzioni mai fatte su rotolini di carta usati di solito per gli scontrini. Li abbiamo arrotolati su se stessi e assicurati insieme con elastici da cucina, facendoli diventare così delle piccole pergamene da poter scorrere e consultare facilmente con le dita e pratiche da poter essere nascoste nei nostri astucci; il nostro stratagemma lo abbiamo chiamato “RULLO” ed è stato brevettato di pari passo con i test scritti del Fanetti. La conseguenza della preparazione dei rulli è evidente: nessuna delle due è preparata per l’interrogazione di greco, eppure entrambe possiamo essere chiamate. 

Arriviamo in classe con il fiatone fisico e mentale e incontriamo le altre nostre compagne di sventura, Valeria e Ilaria, entrambe nella nostra stessa situazione.

Come si dice in questi casi: mal comune mezzo gaudio.

La tensione nella classe è media: c’è chi è sicuro di sé, chi ha studiato da mesi, chi è nel panico; passa la prima ora di Carnevalini e, durante le sue spiegazioni di geometria piana, tutti ripassano chi greco, chi latino.

 Arriva in un attimo la seconda ora.

Ecco che entra il professor Fanetti, con andatura decisa e con in mano la sua borsa, mille registri, fogli vari e i nostri test; ci divide in file e ovviamente le file vicine hanno test differenti (AIUTO!!!).

 Io e Priscilla con i rulli ce la caviamo benone: il professore sembra non aver visto nulla!!! O forse ha fatto finta di non vedere? Del resto trascrivere testi interi con la traduzione sotto è un po’ come studiare…anzi, ripensandoci adesso, se ci fossimo messe a studiare sicuramente avremmo risparmiato tempo e gradi di vista!

 Il vero problema però adesso è l’interrogazione: l’atmosfera è molto peggiorata, si sente il panico nell’aria. Il professore in realtà è un uomo di buon cuore e chiede se ci sono volontari, se qualcuno è riuscito a ripassare malgrado il test; ma la nostra classe ha dei grossi problemi con i volontari e con le interrogazioni programmate: per la nostra classe non è mai stata una salvezza, ecco.

 Ci siamo: ecco che parte il “RITO dei DADI”.

 Qualcuno della mia classe ha regalato al professore un dado a 25 facce, evidentemente tante quante siamo noi alunni, ma il professore preferisce estrarre il “volontario” con i suoi due dadi, perché è effettivamente più adrenalinico, più emozionante (MAH…!!!!!). Il primo dado che viene lanciato è quello relativo ai sottogruppi in cui è stata suddivisa la classe, in ordine alfabetico (per fare un esempio il gruppo 1 va dalla A di “Agnusdei” alla C di “Corsini”); il secondo dado invece corrisponde al numero del singolo alunno all’interno del gruppo estratto.

 

Prof. Fanetti: “Eccoci ragazzi- si parte! Gruppo 1 (del quale né io, né Priscilla, né Valeria facciamo parte, ma ahimè Ilaria sì): numero, numeroooo…. 4: CAO !!! Mi dispiace ma è già stato interrogato, SI RICOMINCIA!”

La classe nel frattempo si agita, qualcuno sbatte in terra il vocabolario di greco, facendo boati per aumentare il pathos e dicendo fra i denti: “ULRICH VON WILAMOWITZ”, così come urlo di battaglia. Il professore sembra riderne, io sto solo sperando che non esca la combinazione 2 – 5.

 “Si riparte ragazzi, gruppo 4 numeroooo 1: SANNA!!!!!”

 Uno è andato - ognuno prega la sua divinità, pagana o religiosa che sia; ma il professor Fanetti, inesorabile, riprende con la sua estrazione:

 “Gruppoooo 1, numero numeroooooo 3: ANICHINI “

 SIAMO SALVEEEEEEE! Sia io che Priscilla, ma anche Valeria e Ilaria abbiamo scampato l’interrogazione…inizia il giubilo per la mancata chiamata: alunni che girano i banchi, bandiere improvvisate con i fogli – urla di battaglia varie ed eventuali, si vede di tutto!

 Ma il professor Fanetti, imperterrito ed imperturbabile, continua ad interrogare con la gioia che lo contraddistingue da sempre.

 Nessuna di noi quattro tornerebbe mai indietro per una sua interrogazione, ma, pensandoci e scrivendo…che nostalgia professore!!!!!!

 

Viola Friscelli

Ilaria Corsini

Valeria Rugi

Priscilla Paradisi

 

 

 

 

Un carissimo augurio per la sua pensione...mi raccomando, si riposi e soprattutto si trovi un hobby che non abbia a che fare con il greco o con il latino!

Un affettuoso saluto da Federica Nenzi - che quando una volta (l'unica) presi un 7 1/2 al compito di greco, mi consegnò il compito dicendomi: “io Nenzi non so davvero come tu abbia fatto...mi sarei già stupito di una sufficienza da parte tua...ma un 7 1/2...va beh, meglio non farci troppe domande!”

 

Federica Nenzi

 

   

 

Sono stato Suo allievo dal 1997 al 2000, per tutti e tre gli anni del liceo. Conservo ancora oggi un ricordo incredibile di quegli anni con Lei: un uomo mastodontico che riusciva a farci amare il latino e il greco, facendoci capire quanto due lingue antiche potessero essere così attuali.

Si percepiva la sua fortissima passione per l'insegnamento, ma soprattutto quello per le due materie alle quali era chiamato ad educarci: secondo alcuni di noi, io in primis, Lei addirittura pensava e - durante il sonno - sognava in latino!!!

Non sto a dirLe quanto sia stato importante in quegli anni per formare il mio carattere e la mia personalità, Lei è stato un maestro di vita, senza esagerazioni.

Prima di salutarLa vorrei raccontare uno dei tantissimi aneddoti che si affollano nella mente ora che sto scrivendo queste poche parole.

Eravamo tutti alle prese con la metrica e la letteratura greca e latina e io, per superare una delle tante interrogazioni, avevo pensato di usare un piccolo trucchetto: con un lapis mi ero appuntato - calcando molto sul libro - la traduzione di alcune parole e gli accenti al posto giusto, poi avevo cancellato tutto, lasciando però il segno sul libro.

Ecco, Lei mi scoprì e diventò una iena, si arrabbiò moltissimo, mi fece una partaccia enorme e mi fece proseguire l'interrogazione con il Suo libro: l'interrogazione andò malissimo, ma in quell'occasione capii che è meglio non cercare scorciatoie, ma sforzarsi di raggiungere buoni risultati con le proprie gambe e le proprie energie.

Grazie per tutto! E buona pensione!


Lorenzo Loré